Il peso delle parole
la responsabilità di essere autentici
⏲ Tempo di lettura: 3 min
Andrea Griffo
Relazioni interpersonali
È sabato e se mi conosci bene saprai che è il giorno della settimana che preferisco di meno.
Sarà perché mette in luce momenti, pensieri e parole che durante la routine di impegni non compaiono.
Sarà forse colpa della stanchezza mentale che accumulo oppure perché rimango di più da solo con me stesso.
In ogni caso è un'occasione per meditare e riflettere sugli eventi.
Ma non troppo eh.
Ti svelo un segreto: i pensieri sono parole.
Eh sì, questa affermazione ha colpito anche me quando ho letto il libro La trappola della felicità di Russ Harris.
Tutti i pensieri che compaiono in testa non sono altro che sequenze di lettere che iniziano a invadere, anche prepotentemente, gli spazi vuoti, lasciati dall'assenza di continui impegni e problemi da risolvere a cui siamo ormai così abituati.
Finché si tratta di parole leggere, che riempiono i nostri momenti di riposo, possiamo lasciarle fluire, senza giudizi. Ricordiamoci però di avere quell'accortezza di non fonderci con esse, ma di accoglierle, tenendole a una distanza di sicurezza.
Diverso invece è quando quegli stessi pensieri li portiamo all'esterno, nelle interazioni con il prossimo.
Vedi, ogni volta che scriviamo o pronunciamo parole, stiamo facendo una promessa di autenticità nei confronti di chi ci legge o ci ascolta.
È un impegno responsabile che mettiamo nel trasformare i pensieri in qualcosa di concreto, prendendoci cura di noi e degli altri.
Così, ogni volta che comunichiamo per messaggi, a voce o nei contenuti, lasciamo che si accenda una lampadina immaginaria per indicarci che dall'altra parte c'è una persona in carne e ossa, con un'anima, che non può capirci in tutto e per tutto, ma che è proprio grazie al nostro comunicare che possiamo agevolarla a comprendere il nostro punto di vista.
Inoltre, allo stesso tempo, la mettiamo a proprio agio per permetterle di esprimere le proprie idee.
Si tratta di una naturale sensibilità empatica, che tutte e tutti noi, in quanto esseri umani, abbiamo e meritiamo di ricevere.
Lasciamoci capire, facilitiamo il prossimo, cerchiamo anche noi di metterci nei suoi panni e permettiamo a entrambi di essere sinceri, con la propria identità.
3 pilastri chiave per instaurare una comunicazione autentica
Semplificando, esistono tre concetti chiave che sento di lasciarti dal nostro discorso e che giocano un ruolo fondamentale in ogni relazione.
• Responsabilità: conta fino a cinque per assicurarti di pronunciare parole rispettose, che pensi non possano ferire l'altra persona. Fa' che siano promesse che puoi mantenere, anche a distanza di tempo.
• Empatia: immagina e osserva come l'altra persona sta reagendo alle tue parole, lasciandoti andare per metterti nei suoi panni. Anche solo per un secondo. Sarà sufficiente.
• Fiducia: è l'esatta, naturale e piacevole conseguenza dei primi due concetti chiave. Se non c'è la si costruisce, insieme. Se è presente, danza con l'altra persona in un viaggio di parole e gesti tali da poterla coltivare.
Ricorda che ogni dialogo vero, sorretto da responsabilità, empatia e fiducia, può portare fuori aspetti di noi che non avremmo immaginato, in positivo e in negativo.
Potrebbero nascere così disaccordi, ma se c'è l'impegno reciproco si troveranno sempre punti di incontro.
L'autenticità è proprio questa: prendere quella maschera che portiamo, sfilarla e consegnarla con delicatezza al prossimo, consapevoli di essere anime meravigliose, uniche, imperfette e vulnerabili.
Ascolta col cuore
Parla alla mente
Vivi con l'anima
Eccoci alla fine di questo articolo. Spero di averti lasciato spunti da portare con te, come tasselli di un puzzle.
Torna pure quando vuoi a rileggerli.
Ricorda che puoi sempre scrivermi via mail o un messaggio:
• su Instagram dove parlo di viaggi, condivido pensieri, foto e illustrazioni
• su LinkedIn dove parlo di realizzazione personale e professionale
Ti leggo con piacere, per una leggera chiacchierata.
Un abbraccio,
Andre
Pubblicato il 7 settembre 2024